9 Marzo 1959, fa capolino nel mondo dei giocattoli la prima bambola con sembianze di un’adulta: Barbie. Sempre al passo con i tempi, dalla sua nascita in avanti, attraverso di lei si racconta di donne che hanno lasciato una traccia profonda nella storia. Entrata nelle case di ogni bambina -in più di 150 nazioni- la Barbie diviene il giocattolo più venduto della storia, a tal punto da aver avuto collaborazioni con designer di gioielli, stilisti famosi e perfino soggetto di un’opera di Andy Warhol. Uno tra questi Stefano Canturi, ha realizzato una Barbie con una collana di diamanti da 3 kt andata poi all’asta e aggiudicata da un’acquirente anonimo alla cifra di 302,000$! Collezionisti di tutto il mondo cercano di aggiudicarsi la n°1 del valore di 8,000$ e bramano il sogno proibito della Pink Splendor, Barbie a tiratura limitata -se ne contano solo 10.000- ad un prezzo di 300$ su ebay.
Molte le critiche mosse in questi 59 anni all’azienda, prima fra tutte quella di ricreare bambole che avessero poca attinenza con l’immagine reale della donna, promuovendo qualcosa di irraggiungibile e potenzialmente dannoso. Nel corso degli anni però la Mattel ha sempre cercato di mitigare i giudizi adeguandosi ad ogni tipo di cultura e ha apportato sempre nuovi colori di pelle, degli occhi e delle forme del corpo. Cambiamenti che negli anni, sono stati inevitabili per rimanere al passo con i tempi e sopperire a qualche calo nelle vendite.
Non più un unico canone di bellezza inarrivabile e poco educativo. Alta, bassa, minuta o dalle forme burrose e dalle diverse sfumature di colore della pelle. Una bambola definita ultra-glamour con vestiti alla moda e acconciature più disparate, diventa vera e propria icona tanto da essere addirittura emulata. E mentre gli Aqua nel lontano 1997 cantavano “I’m a Barbie girl in a Barbie world, life in plastic it’s fantastic!” qualcuno ha addirittura portato questo amore fino al vero e proprio fanatismo, sconfinando nel patologico.
Valeriya Lukyanova è la più famosa fra tutte. Vagamente angosciante l’appellativo che le è stato cucito addosso -la Barbie umana– ha stravolto completamente la sua immagine con la chirurgia estetica per assomigliare il più possibile al suo idolo. Il nome Barbie inizia così anche ad essere una connotazione negativa verso donne prive di intelligenza e molto attente all’estetica.
Benvenute Role Models!
La Barbie, veste da ormai 59 anni i panni della figura femminilen uptodate, all’avanguardia, capace di tutto. Nel passare degli anni la Mattel si rende sempre più conto che le Barbie che produce sono fonte d’ispirazione quotidiana per le giovani generazioni e quindi cerca sempre più di creare modelli dal forte impatto positivo. Proprio in prossimità della festa della Donna di quest’anno, la Mattel lancia sul mercato una linea di Barbie che omaggia alcune figure femminili che in qualche modo hanno fatto la storia, hanno lanciato un messaggio importante, hanno in qualche modo rotto gli stereotipi.
17 nuove Barbie ispirate a donne di cultura, di storia, ma anche di sport, donne moderne e non. Ve ne cito alcune: Frida Khalo, pittrice messicana, Amelia Earhart, prima aviatrice donna, Ibtihaj Muhammad, prima schermitrice olimpionica che si è presentata in pedana con la hijab, il velo tradizionale islamico. E poi ancora Katerine Johson, Matematica della Nasa e Ava Marie DuVernay, la prima donna afroamericana ad avere una nomination ai Golden Globe come miglior regista. Non manca anche un’italiana, Sara Gama, capitano della Nazionale Italiana Femminile e anche Capitano della Juventus FC. Viene lanciato così un messaggio importante, #MoreRoleModels, ovvero più modelli di riferimento ai quali ispirarsi. L’hashtag conta già più di mille post in solo due giorni ed è stato creato dall’azienda statunitense per condividere sui social i modelli che ci stanno ispirando di più. E voi, quali modelli avete?